Show simple item record

dc.contributor.authorMUNARI, Tommaso
dc.date.accessioned2012-07-06T14:37:49Z
dc.date.available2012-07-06T14:37:49Z
dc.date.issued2012
dc.identifier.citationFlorence : European University Institute, 2012en
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1814/22681
dc.descriptionDefence date: 13 June 2012
dc.descriptionExamining Board: Professor Giulia Calvi, EUI (Relatore); Professor Carlo Fumian, Università degli Studi di Padova (Relatore esterno); Professor Ruth Ben-Ghiat, New York University; Professor Federico Romero, EUI.
dc.descriptionPDF of thesis uploaded from the Library digital archive of EUI PhD thesesen
dc.description.abstractAlla fine della seconda guerra mondiale la casa editrice Einaudi, nata a Torino nel 1933, avvia una politica di sprovincializzazione e aggiornamento della cultura italiana che si traduce in un’azione di consolidamento delle relazioni con i paesi e gli editori europei. L’obiettivo principale di questa ricerca è stato quello di indagare la dimensione europea dell’attività della casa torinese negli anni del dopoguerra e della ricostruzione. A questo scopo si è scelto di adottare un approccio che privilegiasse lo studio dei cultural transfers e di rivolgere l’attenzione ad alcuni casi, momenti e figure che sono parsi più adatti a chiarire i rapporti dell’Einaudi con l’editoria e la cultura europee. Dopo aver ricostruito il progetto di una collana di «Éditions européennes» elaborato da Giulio Einaudi ed Ernesto Rossi durante il loro esilio in Svizzera, tra il 1943 e il 1944, e dopo aver analizzato la delicata fase di passaggio dalla gestione commissariale della casa editrice alla ripresa dell’attività editoriale all’indomani della Liberazione, si è scelto di prendere in esame il rapporto fra l’Einaudi e le case francesi Gallimard e Albin Michel, cercando di mettere in luce i meccanismi di trasferimento e adattamento dei testi acquistati e tradotti in italiano. È stato poi ricostruito il tentativo di «esportare» e far tradurre in Inghilterra uno dei testi più significativi del catalogo einaudiano del dopoguerra: le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci. Il rapporto fra l’Einaudi e l’Unione Sovietica è stato invece analizzato e interpretato attraverso tre figure di mediatori culturali: Pietro Zveteremich, Renato Poggioli e Franco Venturi. Si è cercato infine di ripercorrere la storia della casa editrice nel decennio postbellico dal punto di vista della sua politica economica, soffermandosi in particolare sulle ragioni della sua trasformazione, nel 1955, in società per azioni.
dc.format.mimetypeapplication/pdfen
dc.language.isoit
dc.publisherEuropean University Instituteen
dc.relation.ispartofseriesEUIen
dc.relation.ispartofseriesHECen
dc.relation.ispartofseriesPhD Thesisen
dc.relation.hasversionhttp://hdl.handle.net/1814/43184
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/restrictedAccessen
dc.title'Sprovincializzare l'Italia' : la casa editrice Einaudi in Europa (1943-1957)en
dc.typeThesisen
eui.subscribe.skiptrue


Files associated with this item

Icon

This item appears in the following Collection(s)

Show simple item record