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dc.contributor.authorREGGIANI, Flores
dc.date.accessioned2013-09-17T12:09:11Z
dc.date.available2013-09-17T12:09:11Z
dc.date.issued2013
dc.identifier.citationFlorence : European University Institute, 2013en
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1814/28049
dc.descriptionDefence date: 21 June 2013en
dc.descriptionExamining Board: Professor Stuart J. Woolf, External Supervisor; Professor Luca Molà, European University Institute; Professor Edoardo Bressan, Università degli Studi di Macerata; Professor Patrizia Guarnieri, Università degli Studi di Firenze.
dc.description.abstractDall'età moderna alla Restaurazione le politiche assistenziali dei brefotrofi mutarono profondamente. Come dimostra il caso dell'Ospedale Maggiore di Milano, fu centrale, in questo percorso, il ruolo svolto dalla presenza femminile. Le varie iniziative adottate dagli amministra-tori per dare una collocazione sociale alle loro "figlie istituzionali" sempre più numerose dei maschi si intrecciarono alla volontà di valorizzarne il lavoro (manifatturiero, domestico o ospedaliero), ai tentativi di contrastarne le trasgressioni e le resistenze, ma anche alla necessità di liberarsi del loro «insopportabile peso». Nel XVII secolo, questa necessità indusse i deputati milanesi a rinunciare quasi completamente all'internamento dei minori e a preferire l'inserimento presso famiglie affidatarie. Nel periodo che va dall'età delle Riforme alla fine dell'epoca napoleonica la relazione fra amministratori milanesi e assistite divenne più complessa, sia per la presenza dovuta ai processi di pubblicizzazione dell'assistenza e di medicalizzazione delle strutture ospedaliere di nuove autorità esterne e interne, sia per l'effetto delle norme civili che avevano ridisegnato il sistema dei rapporti di filiazione. Emerse, inoltre, la contraddizione fra il tentativo di applicare i nuovi regolamenti che proibivano la riammissione delle esposte dopo i quindici anni (1784), il tradizionale utilizzo delle adulte per i servizi infermieristici in un'ormai anacronistica condizione di assistite-dipendenti e la difficoltà di imporre, in un ambiente promiscuo, la segregazione a decine di donne sole e maggiorenni. Contemporaneamente, gli amministratori furono sollecitati dai governi a elaborare progetti, perlopiù rimasti incompiuti per mancanza di risorse, miranti a rendere i loro "figli" e "figlie" «utili a se stessi e alla società». Durante la Restaurazione, l'amministratore unico, Carlo Bellani riuscì temporaneamente, attraverso le nuove norme disciplinari e l'espulsione protetta delle esposte-serventi più ribelli, sostituite da infermiere esterne, ad avviare un vasto progetto riformatore, inteso a migliorare l'efficienza ospedaliera e a recuperare il valore morale dell'assistenza ai poveri infermi.
dc.format.mimetypeapplication/pdf
dc.language.isoit
dc.publisherEuropean University Instituteen
dc.relation.ispartofseriesEUIen
dc.relation.ispartofseriesHECen
dc.relation.ispartofseriesPhD Thesisen
dc.relation.hasversionhttp://hdl.handle.net/1814/34383
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess
dc.subject.lcshFoundlings -- Italy -- Milan -- History
dc.subject.lcshFoundlings -- Care -- Italy -- Milan -- History
dc.subject.lcshOrphanages -- Italy -- Milan -- History
dc.subject.lcshWomen -- Italy -- Social conditions
dc.titleSotto le ali della colomba : parentele assistenziali e relazioni di genere a Milano dall'età moderna alla Restaurazioneen
dc.typeThesisen
dc.identifier.doi10.2870/868917
eui.subscribe.skiptrue


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