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dc.contributor.authorCASSARINO, Jean-Pierre
dc.date.accessioned2014-03-18T10:14:39Z
dc.date.available2014-03-18T10:14:39Z
dc.date.issued2014
dc.identifier.citationCaritas e Migrantes : XXIII Rapporto Immigrazione 2013 : tra crisi e diritti umani, Todi : Tau Editrice, 2014, pp. 109-121en
dc.identifier.isbn9788862443043
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1814/30400
dc.description.abstractQuesto studio intende dimostrare che la coercizione rappresenta solo un aspetto dell’intera architettura che sostiene e nutre il sistema europeo della riammissione. Questo sistema si basa anche su funzioni regolatrici e disciplinanti tanto per gli stranieri quanto per i cittadini autoctoni. Infatti, la riammissione non è semplicemente una misura volta ad allontanare stranieri in situazione irregolare con mezzi coercitivi. Se viene vista come mezzo volto ad assicurare il soggiorno temporaneo dei lavoratori stranieri nei mercati di lavoro dei paesi europei di destinazione, la riammissione può anche incidere sui diritti partecipativi di un crescente numero di lavoratori autoctoni, che affrontano condizioni di lavoro ugualmente temporaneo (e precario) in un contesto contraddistinto dalla deregolamentazione e flessibilità occupazionali. Queste implicazioni coinvolgono diversi aspetti cruciali per le democrazie odierne e, per comprenderle, è necessario considerare l’altro volto del sistema della riammissione.en
dc.language.isoiten
dc.relation.ispartofseries[Return Migration and Development Platform (RDP)]en
dc.titleMigrazioni temporanee : l'altro volto del sistema europeo della riammissioneen
dc.typeContribution to booken


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