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dc.contributor.authorBARISIONE, Mauro
dc.contributor.authorCATELLANI, Patrizia
dc.contributor.authorGARZIA, Diego
dc.date.accessioned2015-01-13T16:24:49Z
dc.date.available2015-01-13T16:24:49Z
dc.date.issued2014
dc.identifier.citationComunicazione Politica, 2014, Vol. 1, pp. 187-210en
dc.identifier.issn1594-6061
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1814/34153
dc.description.abstractNell’insieme sempre più diversificato di piattaforme che caratterizza la comunicazione politica ed elettorale, la popolarità dei leader può variare in modo diverso a seconda dei canali di informazione politica utilizzati dagli elettori e della maggiore o minore congruenza dello stile comunicativo di un leader con quello di ogni dato medium. A partire dai dati dell’inchiesta Itanes Rolling Cross Section (RCS) condotta via CAWI su 8.700 intervistati nei 40 giorni precedenti il voto del febbraio 2013, questo articolo analizza la struttura e le dinamiche di popolarità di Berlusconi, Bersani, Monti e Grillo, con una particolare enfasi sulle relazioni tra valutazione del leader e tipo di esposizione mediale degli intervistati. I risultati mostrano come persistano forme di «media partisanship» e polarizzazione ideologica in Italia, soprattutto nei canali televisivi Mediaset e nei quotidiani orientati a sinistra. Gli elettori che utilizzano Internet come principale fonte di informazione politica appaiono come i più forti sostenitori dei leader del proprio partito, mentre livelli più elevati di «attivismo online» sono associati a un maggiore interesse per la politica e, quindi, a valutazioni dei leader mediamente più alte. Pur apparendo relativamente politicizzato, chi riceve informazioni elettorali anche via Facebook si caratterizza, al contrario, per un atteggiamento più critico verso tutti i leader politici. Infine, i fruitori abituali di programmi di intrattenimento TV continuano a presentare evidenti atteggiamenti pro-Berlusconi. In conclusione, se le preferenze politiche si strutturano chiaramente per tipo di esposizione mediale, le loro dinamiche lungo la campagna elettorale appaiono omogenee attraverso i diversi media. Un’analisi finale del caso di Beppe Grillo fornisce una riprova della natura «ibrida» e interconnessa dell’attuale sistema mediale, dove un attore politico può avere successo anche in quelle arene in cui non «recita» direttamente (come Grillo in TV).en
dc.language.isoiten
dc.relation.ispartofComunicazione Politicaen
dc.titleTra Facebook e i Tg : esposizione mediale e percezione dei leader nella campagna elettorale italiana del 2013en
dc.typeArticleen
dc.identifier.doi10.3270/76595
dc.identifier.volume1en
dc.identifier.startpage187en
dc.identifier.endpage210en


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