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dc.contributor.authorBOARELLI, Mauro
dc.date.accessioned2013-11-13T15:59:11Z
dc.date.available2013-11-13T15:59:11Z
dc.date.issued2007
dc.identifier.citationMilano : Feltrinelli, 2007, Campi del sapere. Cultureen
dc.identifier.isbn9788807104251
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1814/28757
dc.description.abstractNel primo decennio del dopoguerra, il Partito comunista italiano obbligava i suoi militanti a narrare pubblicamente e a scrivere la propria autobiografia. Questa pratica era importata dall'Unione Sovietica, ma le sue radici erano ancora più antiche della rivoluzione d'Ottobre. Perché il partito rivolgeva alla propria base una simile richiesta? Perché i militanti aderivano senza riserve (almeno in apparenza) a una pratica che provocava anche sofferenza? Qual era l'intreccio tra la coazione e il desiderio di scrivere? Il libro intende rispondere a queste domande sulla base del più vasto fondo documentario esistente in Italia, che raccoglie oltre milleduecento autobiografie scritte da comunisti bolognesi. La ricerca intreccia molteplici punti di osservazione: il rapporto tra la pratica autobiografica e la religione, la riproduzione degli squilibri nei processi di alfabetizzazione come fondamento dei rapporti di potere all'interno dell'organizzazione politica, l'importanza delle letture dei militanti nella costruzione dei racconti, e infine gli scarti tra la narrazione e la norma che pretendeva di regolarla.en
dc.language.isoenen
dc.publisherFeltrinellien
dc.relation.isversionofhttp://hdl.handle.net/1814/5721
dc.titleLa fabbrica del passato : autobiografie di militanti comunisti (1945-1956)en
dc.typeBooken
eui.subscribe.skiptrue
dc.description.versionPublished version of EUI PhD thesis, 1995en


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