Date: 2023
Type: Contribution to book
Territorio, Europa, comunismo : il PCI emiliano-romagnolo tra dimensione regionale e orizzonte internazionale (1975-1991)
Luca BALDISSARA and Paolo CAPUZZO (eds.), Il comunismo in una regione sola? : prospettive di storia del PCI in Emilia-Romagna, Bologna : Il Mulino, 2023, pp. 423-456
VENTRESCA, Roberto, Territorio, Europa, comunismo : il PCI emiliano-romagnolo tra dimensione regionale e orizzonte internazionale (1975-1991), in Luca BALDISSARA and Paolo CAPUZZO (eds.), Il comunismo in una regione sola? : prospettive di storia del PCI in Emilia-Romagna, Bologna : Il Mulino, 2023, pp. 423-456
- https://hdl.handle.net/1814/75706
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Questo contributo si propone di indagare i nodi costitutivi della “politica europea” che il Pci emiliano-romagnolo elaborò tra il 1975 e il 1991. La ricerca muove dall’exploit elettorale registrato dal partito alle elezioni amministrative di quell’anno (1975) e termina, inglobando gli anni durante i quali il partito adottò strategie e parole d’ordine che ambivano a ridefinirne la collocazione nazionale e internazionale (compromesso storico, eurocomunismo, solidarietà nazionale, alternativa democratica, terza via), in corrispondenza dello scioglimento del Pci (1991). Si tratta inoltre di un arco temporale durante il quale presero corpo alcune tra le più significative iniziative politico-economiche (dalla creazione del Sistema monetario europeo ai negoziati per il trattato di Maastricht) di cui la Comunità economica europea (Cee) si rese protagonista negli anni della stagflazione globale e dell’emergere del paradigma neoliberale. L’oggetto della ricerca consiste nell’analisi e nell’interpretazione di alcuni dei temi più significativi dell’agenda europea del Pci emiliano-romagnolo, e cioè: a) la definizione delle priorità economiche del partito regionale nel quadro dei rapporti con la Cee; b) la nascita e l’evoluzione di una componente amministrativa comunista dotata di una specifica expertise nel campo dei rapporti tra il territorio (la Regione) e l’orizzonte comunitario (Bruxelles). Il contributo si articola intorno all’ipotesi secondo la quale – chiusa la fase di intransigente opposizione del Pci nazionale nei confronti del processo di integrazione europea – il progressivo sviluppo di relazioni politico-istituzionali tra il Pci dell’Emilia-Romagna e la Cee abbia rappresentato, nell’ordine, un canale attraverso cui la cultura amministrativa comunista in Emilia-Romagna si dotò di una expertise di tipo nuovo e potenzialmente in conflitto con le forme più tradizionali di gestione burocratica di organi statuali, quale per l’appunto l’ente regionale; uno strumento di riorientamento delle direttrici economico-produttive della regione nel contesto delle “grandi trasformazioni” vissute in quegli anni dal sistema economico internazionale; un’arena politica che, da un lato, il Pci tentò di sfruttare per legittimare e rinvigorire le peculiarità del meso-governo territoriale comunista, e che, dall’altro lato, costituì un veicolo di introiezione di codici politico-culturali estranei alla tradizione comunista e più sensibili alle logiche privatistico-liberalizzatrici che attraversarono gli anni della cosiddetta seconda globalizzazione.
Cadmus permanent link: https://hdl.handle.net/1814/75706
Publisher: Il Mulino