dc.contributor.author | MILLET, François-Xavier | |
dc.date.accessioned | 2012-01-27T17:26:02Z | |
dc.date.available | 2012-01-27T17:26:02Z | |
dc.date.issued | 2011 | |
dc.identifier.citation | Giornale di diritto amministrativo, 2011, 17, 2, 139-148 | en |
dc.identifier.issn | 1591-559X | |
dc.identifier.uri | https://hdl.handle.net/1814/20139 | |
dc.description.abstract | La Corte di giustizia dell'Unione europea è stata adita in aprile 2010 dalla Corte di Cassazione francese per sapere se il nuovo meccanismo di giudizio ex post di legittimità costituzionale - la question prioritaire de constitutionnalité (Qpc) - fosse compatibile con il diritto dell'Ue. La Corte di giustizia Ue ha statuito che il sistema di controllo in via incidentale della costituzionalità delle leggi è compatibile con l'articolo 267 Tfue a determinate condizioni e ha invitato la Corte di Cassazione a compiere tale empirica valutazione. Una settimana dopo, la Corte di Cassazione francese verificava se le condizioni imposte dalla Corte di giustizia Ue fossero rispettate, passando al setaccio la Qpc. Ritenendo che non tutte fossero soddisfatte, essa metteva da parte la priorità della Qpc e chiedeva al giudice a quo di fare una rigorosa applicazione della sentenza Simmenthal. Nonostante la relativa apertura dimostrata dalla Corte di giustizia Ue nei confronti della procedura costituzionale francese, la Corte di Cassazione sembra quindi aver optato per l'ortodossia comunitaria, compromettendo forse il futuro della question prioritaire de constitutionnalité. | en |
dc.language.iso | fr | en |
dc.title | La 'question prioritaire de constitutionnalité' e il dialogo a singhiozzo tra giudici in Europa (Unione europea, Corte di giustizia dell’Unione europea, grande sezione, sentenza 22 giugno 2010, cause C-188/10 e C-189/10) | en |
dc.type | Article | en |