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dc.contributor.authorSPARTI, Davideen
dc.date.accessioned2006-06-09T09:23:22Z
dc.date.available2006-06-09T09:23:22Z
dc.date.issued1994
dc.identifier.citationFlorence : European University Institute, 1994en
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1814/5388
dc.descriptionDefence date: 18 January 1994
dc.descriptionExamining board: Prof. Franco Crespi (Università di Perugia) ; Prof. Steven Lukes (EUI, co-supervisor) ; Prof. Diego Marconi (Università di Torino) ; Prof. Sergio Moravia (Università di Firenze) ; Prof. Alessandro Pizzorno (EUI, supervisor)
dc.descriptionPDF of thesis uploaded from the Library digitised archive of EUI PhD theses completed between 2013 and 2017
dc.descriptionFirst made available in Open Access: 06 May 2024en
dc.description.abstractNei capitoli che seguono mi propongo di esplorare il problema dell’interpretazione dell'altro in termini non generali ma sullo sfondo di una prima restrizione: il riferimento a Donald Davidson. Una seconda restrizione riguarda la stessa filosofia di Davidson. Non ho scritto una Summa davidsoniana. Delle tappe di attuazione del suo programma filosofico ho deciso di passarne in rassegna una soltanto, nella convinzione che essa rappresenti il baricentro teorico di tale programma: la teoria dell'interpretazione (nonche, indirettamente, la teoria dell'azione). Questa scelta dovrebbe consentirmi di illustrare, diciamo cosi' nei loro propri termini, un certo insieme di questioni fondamentali che Davidson ha tentato di risolvere nel quadro di un impostazione analitica. Salvo rari casi di debolezza intrinseca del programma teorico di Davidson, la prima parte del saggio si limitera' a mettere in rilievo i modi e le novita' delle tesi di Davidson, senza problematizzarle (il lettore dovra’ attendere la seconda parte del saggio per raccogliere le considerazioni critiche, anche nei confronti di quelle tesi che sembrerebbero reclamare una replica immediata). Ecco le questioni fondamentali: la questione della indeterminatezza, ossia della disponibilita’ di una pluralita’ di interpretazioni parimenti accettabili di un unico atto; quella della circolarita’o relazione reciproca tra fenomeni semantici ed epistemici - vale a dire il problema dell’interdipendenza fra significato e credenze (debitrice della tesi quineana sull’inseparabilita’ del significato di un atto dalle informazioni di sfondo che "pesano" sull'atto); la questione dell'olismo, ossia del fatto che l'attribuzione di significato alle asserzioni, l'imputazione di credenze ed intenzioni, la teoria della verita' sono una famiglia di nozioni interconnesse. Gia' da questa breve rassegna appare evidente come sia Quine (oltre a Tarski, in virtu* della sua teoria semantica della verita') ad avere l'influenza piu' marcata su Davidson. E non tanto per la condivisione di un generico interesse per la filosofia del linguaggio, quanto e soprattutto per la rilevanza e l'affinita' delle problematiche che compaiono nel secondo capitolo di Parola e oggetto (la' dove viene discussa la cosiddetta teoria della traduzione radicale): l'olismo, l'indeterminatezza, la carita'.en
dc.format.mimetypeapplication/pdf
dc.language.isoiten
dc.publisherEuropean University Instituteen
dc.relation.ispartofseriesEUIen
dc.relation.ispartofseriesSPSen
dc.relation.ispartofseriesPhD Thesisen
dc.relation.hasversionhttp://hdl.handle.net/1814/22215
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess
dc.subject.lcshDavidson, Donald, 1917-
dc.titleSopprimere la lontananza uccide saggio sulla teoria dell'interpretazione di Donald Davidsonen
dc.typeThesisen
dc.identifier.doi10.2870/237814en
eui.subscribe.skiptrue


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